In previsione del Natale, la diocesi ha organizzato un evento intitolato “la nascita del Principe della pace”. Presenti almeno 125 poeti in rappresentanza delle due comunità, insieme a sacerdoti, suore e amanti delle belle arti. Molti i richiami ai simboli della pace. P. Aftab: la poesia “non ha confini”.
Pakistan – Faisalabad – Un simposio di poesia, per celebrare “la nascita del Principe della pace” e prepararsi al Natale: è l’iniziativa promossa nel fine settimana dalla Commissione per il dialogo interreligioso della diocesi di Faisalabad, che si è tenuta nella locale curia vescovile. Scopo dell’evento, spiegano gli organizzatori, è la diffusione di un messaggio di pace attraverso i versi e il consolidamento dei rapporti fra diverse comunità. Hanno dato la loro adesione circa 125 fra poeti locali di primo piano. Sacerdoti, suore, studenti, intellettuali e amanti delle belle arti cristiani e musulmani. Presidente dell’iniziativa il celebre poeta e autore Arshad Javed; ospite speciale della serata p. Khalid Rasheed Asi, che ha presenziato alla lettura delle opere in rima e versi.
L’accensione di una candela, simbolo di pace, ha caratterizzato l’inizio del simposio di poesia; quindi il vescovo locale mons. Jospeh Coutts ha tagliato un dolce di Natale, accompagnato da poemi di autori cristiani e musulmani (nella foto). Pace, armonia, uguaglianza, perdono nelle diverse culture, religioni e lingue del Pakistan (urdu, punjabi e saraiki) i temi più gettonati dell’evento, tenuto il 17 dicembre nella casa del vescovo.
Molti i richiami ai simboli di pace, fra cui fiori, colombe bianche, ramoscelli d’ulivo, farfalle, astri e galassie, metafore per illustrare la condizione delle donne, dei lavoratori e dell’armonia religiosa; un modo, raccontano i presenti, per promuovere pace e amore a dispetto dell’odio che ancora oggi persiste in alcuni ambienti della società.
Arshad Javed, affermato poeta pakistano, ricorda che le diverse comunità non devono incontrarsi solo per feste religiose, ma frequentarsi “con maggiore assiduità” per costruire una “cultura di pace, rispetto e comprensione”. Egli auspica anche un rafforzamento della “laicità” dello Stato, in un contesto multiconfessionale. P. Khalid Rasheed Asi, vicario generale di Faisalabad, sottolinea che “poeti e scrittori sono messaggeri di pace” perché possono promuovere “soluzioni pacifiche ai conflitti violenti” che stravolgono le società. Il sacerdote aggiunge che Gesù è il “Principe della pace”, sceso sulla terra per avvicinare gli uomini dando la vita ai morti, al contrario di quanto fanno gli estremisti che la tolgono ai vivi. Infine p. Aftab James Paul, direttore della Commissione diocesana, secondo cui la poesia è il mezzo migliore per diffondere la pace perché “non ha confini”.
Fonte: www.asianews.it del 19 dicembre 2011